L’omeopatia, applicata da veri studiosi della scienza di Hahnemann, funziona – checché ne dicano coloro che non l’hanno mai sperimentata. Ma come funzioni, come possa arrivare così profondamente nei tessuti malati, nelle infezioni e nelle degenerazioni cellulari, questo è ancora un mistero, anche se molti studi, soprattutto quelli condotti in campo fisico quantistico, cominciano a dare spiegazioni tanto inattese quanto importanti.
Il complesso lavoro, pubblicato da Marcin Molski su Homeopathy nel 2010, dimostra come solo applicando regole biofisiche di natura quantistica ai sistemi omeopatici si potrà superare il paradosso fra numero di Avogadro e funzione ancora attiva del preparato omeopatico dinamizzato. “In altre parole, diluizione e dinamizzazione creano, fra solvente e soluto, un punto quantico, cioè una nanostruttura formata da un'inclusione di un materiale semiconduttore all'interno di un altro semiconduttore: tale struttura genera un pozzo di potenziale tridimensionale che confina i portatori di carica (elettroni e lacune) in una piccola regione di spazio, in cui i livelli energetici divengono discreti e capaci di influenzare strutture complesse, come la fisiologia umana e animale”.