lunedì 7 luglio 2014

ANCHE PER OGGI 10 PERSONE INFETTATE DALL'HIV

Probabilmente non ti interesserà, così come non interessa alla maggior parte degli italiani di qualsiasi età: ma tra oggi e domani 20 persone contrarranno il virus dell’HIV. Non perché oggi e domani siano una data particolare, ma perché questo è ciò che accade ogni giorno nel nostro Paese: 4000 casi nuovi all’anno significa, appunto, 10 oggi e 10 domani, a partire da qualsiasi momento; il 27,6% in Lombardia, il 14,5% nel Lazio, il 10,4% in Emilia-Romagna.

Tu non sai, non puoi sapere, qual è la storia sessuale di chi incontri. Perché potrebbe non saperla neppure la persona stessa. I sieropositivi non hanno macchie, non sono persone che non si lavano, non mostrano indizi particolari. Spesso neppure loro sanno di essere infettati. Spesso lo sanno, invece, ed è proprio la loro disperazione per la morte che verrà a spingerli a infettare altre persone.
Ricordati che se diventi sieropositivo potrai non dirlo a nessuno, ma potresti infettare le persone con cui hai rapporti intimi (penalmente perseguibile); e se scegliessi di condividerlo con i tuoi amici, ben presto ti circonderà un bel vuoto. Perché in Italia la morte fa paura, così tanta paura che è meglio non sapere né come vive chi ha l’HIV né informarsi prima di avere un rapporto sessuale casuale, a spot, non protetto.

Anche se in questi modi non si trasmette il virus, nessuno più condividerà con te una lattina di Coca, gli asciugamani, il letto; nessuno ti bacerà; non solo il tuo futuro affettivo può essere a rischio, ma anche quello lavorativo e la qualità della tua vita in generale.
Al telefono, sportello di counseling di un grosso ospedale milanese: “Posso aver contratto il virus, ma tanto c’è il vaccino, vero?”. Non ho obbligo di essere cosciente, di informarmi prima, di portarmi un preservativo in tasca o in borsa. Posso, tanto c’è il vaccino. NON C’È NESSUN VACCINO. Se prendi HIV, te lo tieni.
Afferma Carlo Federico Perno, ordinario di Virologia dell’Università di Roma Tor Vergata: "L'Italia è tra i fanalini di coda, in Europa, come tempo della diagnosi: è troppo tardiva, in fase avanzata, e questo significa minori chance di tornare alla normalità, anche con una terapia antivirale efficace, nonché maggiori chance di contagio di altre persone nel lungo periodo che intercorre tra l’infezione e la diagnosi (tardiva). Purtroppo, è totale l’assenza della percezione della malattia e la completa incoscienza di fronte alla gravità della stessa".
Pensaci. Il lupo, oggi, ha la forma di un virus, non fa rumore e ti mangia da dentro, non da fuori. Evitarlo è alla tua portata.

Fonti:
Adnkronos Salute, 26 maggio 2014
Comunicazione personale da Elisa Gasparotto, counselor