La nicotina crea dipendenza e le componenti della comune sigaretta creano malattie di ogni genere, sia in chi fuma che in chi subisce il fumo. Utilizzare le e-cig non è un rimedio sicuro contro la dipendenza da fumo e sta creando anche altri tipi di preoccupazione. Se una persona soffre di malattie metaboliche (come il diabete o l’ipercolesterolemia), l‘astensione dal fumo è una indicazione importantissima, fa parte del cambio di stile di vita che viene invocato in questi casi, insieme alla dieta e al moto.
Ecco qua, senza tanti giri di parole.
Fumare fa male in ogni caso, non c’è speranza. La dipendenza da nicotina, da un punto di vista medico, è considerata una vera tossicodipendenza, e come tale va trattata da personale qualificato; solo il 40% delle persone che si rivolgono ai centri anti-fumo riesce a smettere di utilizzare le sigarette. Le strategie di cura e disintossicazione devono essere combinate e prevedere il trattamento delle crisi di astinenza (la nicotina è un antidepressivo), il disagio dovuto alla mancanza della gestualità correlata al rito della sigaretta, la condivisione del momento dell’interruzione e un supporto alla consapevolezza del cambio di stile di vita in atto.
Le e-cig sono state salutate come il surrogato ideale, capace di portare un vizio pericoloso e puzzolente a diventare la svaporata di una nuvoletta dal gusto a scelta. Il traguardo era così importante da convincere molti della sua efficacia, e in men che non si dica, due anni or sono, sono sorti come funghi piccoli negozi per la rivendita di e-cig. Dove sta l’imbroglio? Soprattutto nella testa delle persone: un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità ci rivela che solo il 10% di chi fuma e-cig ha smesso con le sigarette tradizionali. Il 44% ne ha diminuito leggermente il numero. Il 23% ha attuato una bella riduzione. Il 22% ha proseguito imperterrito come prima.
Quindi, il 90% di chi usa le e-cig è ancora un fumatore di sigarette tradizionali a tutti gli effetti, e persino ANCHE quando usa le e-cig, dato che acquista quelle a base di nicotina. Sembra una presa in giro.
Ma c’è di peggio. Infatti, l’idea di fumare semplice vapore (poco più che fare le bolle di sapone, insomma) può convincere gli studenti a cominciare a fumare, togliendo anche quei residui di remora che nicotina e catrame potrebbero fornire. Infatti, se tra i 15 e i 25 anni di solito solo l’11% circa fuma, le e-cig sono usate invece dal 23% dei giovani.
Con le e-cig non si smette di fumare, perciò; anzi, è maggiore il rischio di cominciare.
T. Azzani – Sigaretta elettronica, siamo sicuri? – Bollettino OmCeOMI 1/2014